Giovani talenti delle scuole alberghiere in gara a Bormio

26.04.2025

Tanta voglia di stupire, di sperimentare, di conquistare vista e palato della commissione giudicatrice con piatti innovativi e profondamente legati al territorio. È con questo spirito che gli studenti delle classi terze degli istituti alberghieri e dei centri di formazione professionale delle province di Lecco e Sondrio si sono messi alla prova a Bormio, in occasione dell'undicesima edizione del concorso agroalimentare promosso dalla Categoria Merceologica Agro-Alimentare di Confindustria Lecco e Sondrio.

Ma sicuramente, come scrivono gli studenti di Casargo sulla loro pagina instagram, perchè "… partecipare a un concorso è molto più che una gara: è un modo per mettersi in gioco, lavorare in squadra, imparare a gestire la pressione e confrontarsi con il mondo reale della ristorazione. Ogni esperienza fuori dall'aula è un passo in più verso il futuro!"

A presiedere la commissione giudicante, lo chef stellato Alessandro Negrini, valtellinese, ex studente della scuola alberghiera di Sondrio e oggi grande protagonista della scena gastronomica nazionale al timone del rinomato ristorante milanese "Il Luogo di Aimo e Nadia"

L'evento, ospitato quest'anno presso l'Istituto Alberghiero "Alberti" di Bormio, è nato con l'obiettivo di stimolare la creatività degli studenti, accendere la passione per le professioni della ristorazione e dell'accoglienza e valorizzare i prodotti tipici del territorio. Una competizione dove tradizione e innovazione si fondono, mettendo al centro la sostenibilità e la cultura enogastronomica locale.

Cuore pulsante del concorso, la creazione di un intero menu composto da un amuse-bouche (piccolo assaggio iniziale pensato per incuriosire e deliziare il palato), un piatto unico e un dessert. Ogni squadra ha dovuto ideare e realizzare un vero e proprio percorso culinario, puntando non solo su gusto e presentazione, ma anche sulla sostenibilità degli ingredienti utilizzati con particolare attenzione al servizio di sala, con l'abbinamento del vino e la descrizione dei piatti.

Protagonisti indiscussi i prodotti certificati del Distretto Agroalimentare di Qualità – Valtellina Taste of Emotion: la bresaola della Valtellina IGP, il Bitto DOP, il Valtellina Casera DOP, la mela IGP e i pizzoccheri di Valtellina IGP.

Un'occasione unica per i giovani aspiranti chef e operatori di sala che hanno potuto mettersi alla prova in una sfida concreta, confrontarsi con una giuria di alto profilo e ricevere preziosi consigli da esperti del settore. Un'esperienza che ha lasciato in tutti i partecipanti l'entusiasmo e la consapevolezza di appartenere a un mondo, quello della ristorazione dove tecnica, passione e territorio si intrecciano per dare vita a vere emozioni.

il CFPA di Casargo conquista la giuria

da destra, Davide, Pietro e Giorgia
da destra, Davide, Pietro e Giorgia

A salire sul gradino più alto del podio sono stati gli studenti del CFPA di Casargo: Angelinetta Pietro, Testi Davide, Ciscato Giorgia, Moiola Martina, Corona Marius e Alì Gabriele, guidati dallo chef Villa Luca e dal maître Maurizio Calabrese. 

La squadra vincitrice si è confrontata con gli allievi dell'Istituto Professionale Crotto Caurga di Chiavenna, dell'APF Valtellina di Sondrio e dell'Istituto Alberghiero Alberti di Bormio.


Premi speciali e menzioni d'onore

Migliore Ricetta (Premio intitolato alla memoria dello chef Claudio Prandi): APF Valtellina

Miglior Sommelier: Denise Demaron – Istituto Alberghiero Alberti

Miglior Servizio in Sala: Istituto Alberghiero Alberti

Miglior Abbinamento Vino/Piatto: Istituto Professionale Crotto Caurga

Menzione speciale: Pietro Bagini – APF Valtellina

A tutti i partecipanti è stato inoltre consegnato un premio offerto dalle coltellerie Sandelli.

Il menu dei vincitori

Il menu vincente presentato in dialetto, sottolineando così l'importanza del linguaggio come espressione della cultura locale, era composto dai tre piatti seguenti:

L'È MINGA UN PIZZOCHÈR – Cialda di pizzocchero soffiata, fonduta di Casera, crema di patate e verza.

L'AGNÈLL TRA I DU VALL – Cannellone di mais e grano saraceno ripieno di "cunsc", fonduta di Bitto, crema al tarassaco e tarassaco spadellato.

POMA SFUIADA – Mela cotta sfogliata, pasta sfoglia, kefir di capra, gelato al vino bianco

Tre piatti che, oltre a valorizzare le eccellenze DOP e IGP, hanno saputo integrare altri ingredienti locali, legando tradizione e sostenibilità in maniera autentica e originale.

Particolarmente suggestiva la storia legata al piatto "L'agnèll tra i du vall", che ha visto protagonista la l'agnello di razza Ciuta, razza autoctona valtellinese, in via d'estinzione, oggi al centro di un progetto di valorizzazione promosso dall'Università di Milano ("Val3Ciuta"). La carne, magra e saporita, è stata utilizzata per preparare un ragù bianco tradizionale chiamato cunsc, un tempo cucinato lentamente in recipienti di pietra ollare, i "lavecc". 

Gli allievi di Casargo hanno scelto di recuperare questa tecnica antica, cuocendo il ragù proprio nel lavecc e abbinandolo a un cannellone preparato non con semola di grano duro, ma con farine tipiche della montagna: mais e grano saraceno. Il tutto completato dal Bitto DOP e dal tarassaco dei pascoli alpini, simbolo della cucina povera e sostenibile di un tempo. 

L'edizione 2025 del concorso agroalimentare di Bormio si è confermata ancora una volta un'esperienza formativa e coinvolgente, dove il talento dei giovani ha potuto esprimersi attraverso il rispetto delle tradizioni e la voglia di guardare avanti.

Un futuro della cucina che affonda le radici nella terra, nei sapori e nei saperi di chi quella terra la vive e la ama ogni giorno.

Storia di una pentola: da Dongo  a Bormio dopo più di 50 anni 

Angelinetta Pietro, allievo del 3° anno del CFPA di Casargo, è il vero artefice della ricetta l'agnèll tra i du vall

Appassionatissimo di cucina,ama viaggiare, imparare cose nuove e sogna, un giorno, di aprire un ristorante tutto suo.

Nel suo DNA c'è già un po' di storia: negli anni '70 la sua bisnonna gestiva un'osteria a Dongo. Tra le cose che ha lasciato, c'era anche un grande scatolone pieno di vecchie pentole in terracotta e pietra. La curiosità di Pietro lo spinge un giorno a rovistare tra quei ricordi e, tra una pentola e l'altra, trova un lavecc.

Incuriosito, decide di restaurarlo: lo pulisce con cura, lo tratta a lungo con lo strutto e lo mette alla prova preparando un risotto.

Il risultato? Delizioso.

Così, quando a scuola si inizia a lavorare sulla ricetta per il concorso della Confindustria, dedicata al cunsc, e scopre che in passato la carne di pecora veniva proprio cotta nel lavecc… non ha dubbi: porta il prezioso cimelio in classe.

Il resto lo fanno i compagni e lo chef Luca: tutti d'accordo, il lavecc entra ufficialmente in squadra. E così, per la finale in Valtellina, non parte solo la brigata vincente… ma anche il vecchio lavecc, che per un giorno torna trionfante nella sua terra d'origine.