Dal carec ai piccoli frutti

21.07.2024

Prima era un canneto, una grande zona paludosa dove le canne sono sempre cresciute rigogliose, un terreno incolto, dove nelle aree più asciutte cresceva anche un po' di erba (carec) e i contadini nei periodi di secca facevano pascolare le proprie mucche. Oggi è un'azienda agricola di circa tre ettari che produce piccoli frutti e il mais rosso rostrato della Valchiavenna.

Siamo a Samolaco, frazione S. Pietro, sull'antica via Trivulzia.

Lei è Elisa, 42 anni, titolare dell'azienda agricola Sertorelli Elisa, una bella storia di imprenditorialità giovanile, di sacrifici, di paure, ma soprattutto di voglia di fare.

Sono seduto con lei e il marito Filippo all'esterno del loro piccolo spaccio di vendita, in un salottino all'aria aperta all'ombra di un telo. Sul tavolino davanti a noi una fresca birra prodotta con i lamponi dell'azienda. Ultimo prodotto inventato da Elisa che dopo mirtilli, fragole, lamponi, more, il mais rostrato e le varie confetture ha voluto proporre due novità, la birra ai lamponi e quella ai mirtilli create in collaborazione con il birrificio artigianale Dulac di Galbiate in provincia di lecco

Hanno iniziato nel 2018, partecipando ad un bando del comune di Samolaco per una manifestazione di interesse per l'utilizzazione di un lotto di terreni paludosi del comune. Una scommessa, una trasformazione radicale di un terreno che ha richiesto notevoli sforzi economici, tanta passione, tanto lavoro, momenti di sconforto, di paura di non riuscire in un'impresa che molti definivano impossibile.

"Invece siamo qui," mi dice Elisa con i suoi occhi verdi che raccontano la soddisfazione di esserci riusciti, "certo, Filippo ed io non possiamo dimenticare quei momenti difficili, quei giorni di fatica nei lavori di trasformazione della palude, quegli iniziali momenti di soddisfazione con i primi mirtilli prodotti, i complimenti di chi li aveva assaggiati per la prima volta, pronti sicuramente ad acquistarli l'anno dopo. Ma l'anno successivo ecco l'invasione dell'oziorrinco su tutte le piantine di un anno. Niente mirtilli, solo tristezza, qualche lacrima, la voglia di abbandonar tutto, ma poi il coraggio di ricominciare da capo con nuove piantine, con nuove idee e adesso eccoci qui, "dice con un grande sorriso quasi a scacciare i brutti ricordi ..."con i miei figli Riccardo e Marta, che vengono in azienda volentieri e partecipano con gioia alla raccolta dei nostri piccoli frutti. Un' azienda creata anche per loro, pensando al loro futuro, un lavoro che sicuramente se vorranno potranno continuare e migliorare."

Elisa e Filippo si conoscono da bambini. Lei assistente alla poltrona per quasi vent'anni in uno studio dentistico, lui impiegato in un azienda come tecnico di impianti elettrici. Matrimonio, due figli. Dopo la nascita di Marta, Elisa preferisce interrompere il suo rapporto di lavoro. Ma con il desiderio di fare qualchecosa insieme al marito, così senza la minima esperienza nel settore agricolo ma con tanta volontà di riuscire iniziano questa avventura con una piccola produzione di mirtilli e poi lentamente ampliando l'azienda.

Un sorso di birra, il profumo dei lamponi che entra nelle narici e Filippo continua " Tra l'incredulità generale di amici e parenti, tra i tanti voi siete matti, siamo partiti bonificando pezzo per pezzo, con l'estirpazione di tutte le canne, la loro triturazione, movimenti di terra per fare le strade d'accesso, livellamento del terreno, studio e realizzazione degli spazi per la coltivazione dei mirtilli, aggiunta di nuovo materiale drenante, creazioni dislivelli per lo scolo dell'acqua, preparazione del terreno per le varie coltivazioni, realizzazione delle strutture per la copertura, la scelta e l'acquisto delle reti di copertura, la scelta varietale delle piante… Un lavoro lungo, molto più di quanto avevamo previsto, anche molto più costoso con diversi imprevisti sia nella tempistica che nei costi… Ovviamente tutto a nostro carico, il terreno è del comune, noi l'abbiamo in gestione. Un terreno vergine, molto organico ma con una folta presenza di apparati radicali che difficilmente si riesce a eliminare. Cosi decidiamo di realizzare le nostre coltivazioni in vaso.

Iniziamo i lavori nel gennaio del 2018 e finalmente riusciamo a mettere le prime piantine di mirtillo nel dicembre dello stesso anno. La grande soddisfazione di assaggiare poi i primi mirtilli. E poi lentamente l'allargamento dell'attività con la scelta di altri piccoli frutti, fragole, lamponi, more, oggi abbiamo ventimila metri di terreno coperto, e poi il nostro gioiellino, il mais rostrato della Valchiavenna, questo ovviamente non coperto."

Ci spostiamo, entriamo nella prima serra, quella delle fragole. Mi aspettavo di vedere lunghe aiuole di piante di fragole e invece ecco dei cavalletti in ferro che sostengono dei contenitori dove sono posizionate le piante di fragole. "Nostra invenzione "mi dice Elisa "sono tubi usati per gli acquedotti, tagliati a metà, noi acquistiamo delle mattonelle di torba contenti le radici di fragole. Ogni due anni le cambiamo perché dopo due anni la produzione può diminuire anche dell'80%." Mi mostra e mi illustra il sistema di irrigazione, a "spaghetto", sistema che serve anche per la fertirrigazione. Il pavimento è completamente ricoperto da telo pacciamante, tutto perfettamente in ordine.

 Mi spiega che tutte le piante dell'azienda sono coltivate con il sistema biologico, anche se non certificate, perché in Regione Lombardia non è ammessa la certificazione per le coltivazioni fuori suolo e qui tutti le piante dei piccoli frutti sono allevate in vaso, con un grande lavoro di pulizia delle piante per arieggiare, la cura indispensabile contro le malattie tipo la botritis. Ogni giorno raccogliamo" continua Elisa "perché per noi è importante proporre al cliente prodotti freschi di giornata, e poi dedichiamo anche tanto tempo alla scelta, il prodotto deve essere perfettamente integro, due diverse classificazione della qualità, dove generalmente la seconda viene utilizzata per le confetture e  poi la vendita quotidiana con le consegne nei negozi, nelle pasticcerie ai privati che vengono qui nello spaccio, che apprezzano la qualità, ma soprattutto il lavoro di cernita che permette di avere dei contenitori con i piccoli frutti perfettamente sani che ovviamente si conservano anche più a lungo. 

Già le confetture e i nettari perfettamente esposte nella vetrinetta dello spaccio, prodotte dalla cooperativa il Sentiero di Talamona. "Un' ottima azienda, che lavora seriamente, e che ci dà la certezza che nei vasetti con la nostra etichetta c'è la confettura derivante dai nostri prodotti."

Continuiamo a camminare lungo i vari corridoi dei grandi spazi dedicati ai piccoli frutti, ai lamponi, alle more e ai mirtilli. Non più cavalletti, qui grandi vasi da dove le piante dei lamponi, more e mirtilli crescono verso l'alto rigogliose. Anche qui la raccolta quotidiana, per due e tre mesi, le scelte varietali studiate per avere una maturazione scalare che riesce a dare produzioni anche fino a settembre. Ancora un lungo lavoro che impegna Elisa e i suoi collaboratori quotidianamente che inizia alle cinque e mezza, di mattina. Elisa mi spiega il sistema di irrigazione, sempre con gli "spaghetti" i lavori invernali con le potature annuali, l'utilizzazione dei polloni come nuove piante per i lamponi, la pulizia delle erbe… E poi la gestione delle reti che devono essere aperte e chiuse, secondo le stagioni, secondo i vari cicli vegetativi. Fermate con elastici in alto e lateralmente, un lavoro che richiede molto tempo e molta attenzione.

Ci allontaniamo dalle coltivazioni in serra per trovarci, in uno spazio all'aperto. Anche qui nessun segno del canneto ma una grande area dedicata al mais rostrato della Valchiavenna. Un progetto che entrambi amano raccontare, di cui sono particolarmente orgogliosi.   leggi:  l'antico mais ritorna in Valchiavenna