Crandola, Sant’ Antonio Abate e gli scapinasc
Il 17 gennaio in molti paesi d'Italia si festeggia il santo protettore degli animali Sant'Antonio Abate, generalmente con una messa in suo onore seguita dalla benedizione degli animali portati dai contadini sul sagrato delle chiese.
Alcune tradizioni vogliono anche un grande falò serale come auspicio per un buon raccolto perché Sant' Antonio Abate è anche il santo del fuoco.
Nell'iconografia classica S. Antonio è spesso rappresentato con un maialino in braccio; la storia/leggenda racconta infatti che trovò un maialino malato abbandonato dalla madre. il Santo lo prese in braccio, lo guarì con la preghiera e diventò il suo compagno inseparabile. Così Sant'Antonio diventa anche protettore dei maiali e dei macellai.
E poi ci sono le rappresentazioni con il fuoco. La
leggenda narra che il Santo scese nelle profondità dell'inferno per liberare i
peccatori dal fuoco o ancora che rubò il fuoco dall'inferno raccontato in una bella leggenda sarda: come S'Antonio rubò il fuoco dall'inferno.
Anche in provincia di Sondrio in diversi paesi la tradizione della benedizione degli animali viene rispettata nel giorno di S'Antonio soprattutto in Alta Valle, Livigno, Bormio, Valfurva, ma anche in altri paesi come Berbenno e Postalesio.
Così come nella vicina Valsassina a Pasturo, Introbio, Parlasco e soprattutto a Crandola, piccolo paesino a 10 km da Bellano, dove per la festa del Patrono Sant' Antonio Abate la Pro loco organizza (sabato 13 gennaio) una cena seguita da musica e balli nel tendone allestito appositamente per l'occasione.
Piatto forte della serata gli scapinasc, tipica preparazione culinaria della Valsassina che proprio qui a Crandola viene sempre preparata per festeggiare S. Antonio Abate. Un antico piatto il cui nome è legato alla forma del raviolo. Una forma moto grossa e sgraziata "… L'è gros come scapinasc!" si diceva un tempo.
Gli "Scapiin" erano dei calzettoni fatti con lana grezza utilizzando 4 aghi e poi rinforzati con delle pezze sulla pianta.
Il piatto che veniva preparato nei giorni di festa, soprattutto durante la festa patronale è nato come un piatto povero, preparato con tutti ingredienti disponibili sul posto: farina e uova per la pasta, formaggio, frutta essiccata e latte per il ripieno.
Poi nel tempo la ricetta è cambiata, come racconta il titolare del ristorante DaGigi https://dagigicrandola.it/
GLI SCAPINASC
( Un'icona storica del nostro ristorante dal 1962)
In passato gli Scapinasc venivano cucinati soltanto nei giorni di festa, soprattutto il giorno della festa patronale: a Crandola Valsassina si preparavano il giorno di Sant'Antonio, ma erano caratteristici anche della maggior parte dei paesi della valle e non solo. Di paese in paese sono presenti delle piccole sfumature, fino ad arrivare alle "patole" di Esino Lario che presentano alcune varianti come l'aggiunta di insaccati e di patate.
Secondo la tradizione di Crandola, gli Scapinasc presentano un ripieno dolce di amaretti, pan grattato, parmigiano reggiano, prezzemolo, scorza di limone e uvetta sultanina, ma in alcuni paesi vengono aggiunti anche noce moscata o caffè.
Il primo a sperimentare la variante degli Scapinasc con ripieno di carni miste selezionate fu nostro papà Gigi e furono da subito molto apprezzati dalla clientela fino a diventare bandiera gastronomica del nostro ristorante; la nostra versione con ripieno dolce viene preparata solo su ordinazione e in occasione della festa di Sant'Antonio Abate.
Gli Scapinasc sono da sempre piatto fisso nel nostro menù e da allora noi portiamo avanti la sua versione salata con molto orgoglio.
Il nostro piacere più grande è raccontare ancora oggi ai nostri ospiti incuriositi la storia di questo raviolo che racconta della nostra tradizione."